La forma delle sirene
Martina Iacopino ci guida in un viaggio di migliaia di anni alla scoperta di queste creature mitiche
Creature ibride con la parte superiore del corpo di donna e quella inferiore di pesce, le sirene sono figure mitologiche dalle radici antiche che si trovano in vari racconti e tradizioni culturali in tutto il mondo. Ma sono sempre state immaginate così oppure hanno avuto forme differenti nel corso dei secoli?
Una sirena dipinta dal contemporaneo Victor Nizovtsev (Ulan-Ude,Siberia centrale, 1965)
Oggi avremo l'opportunità di esplorare il fascino delle sirene insieme a Martina Iacopino, una studentessa magistrale di Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale presso l'Università di Padova.
Da quando era bambina, Martina è stata affascinata da queste creature leggendarie tanto che il suo amore per esse ha influenzato la sua vita (ma di questo non posso dire di più…).
La nostra amicizia è nata su Wattpad proprio grazie a questa passione comune, così le ho chiesto di condividere la sua conoscenza con le lettrici e i lettori di questa newsletter.
Sirin, creature leggendarie russe basate sul mito delle sirene greche (Viktor Michajlovič Vasnecov, 1896)
Metà donne e metà animali
Andelon Curse. Per gli antichi Greci, le sirene erano creature acquatiche per metà donna e metà uccello. Nel Medioevo, invece, hanno assunto la forma più conosciuta dove la seconda metà è quella di pesce. Da cosa nasce questa differenza?
Martina Iacopino. Per lungo tempo si è creduto che la discrepanza tra la rappresentazione delle sirene come creature metà donna e metà uccello per gli antichi Greci e la forma più conosciuta con la coda di pesce nel Medioevo fosse dovuta a un errore di traduzione. Si pensava che il latino pennas/penna fosse stato interpretato erroneamente come pinnas/pinna, portando alla concezione delle sirene come creature ittiche anziché alate.
Tuttavia, teorie più recenti proposte dall'antropologia culturale e supportate da scavi archeologici in varie parti del mondo, tra cui Grecia, Gran Bretagna e Mar Nero, suggeriscono un'ipotesi più intrigante. Si ritiene che fin dalle loro origini le sirene abbiano coesistito nell'immaginario collettivo in due forme distinte: quella di donna-pesce e quella di donna-uccello.
Questa suggerisce una ricchezza e complessità maggiori nel mito delle sirene rispetto a quanto si sia creduto in passato.
La prima evidenza proviene dalla figura della dea Syria, una divinità siriaca raffigurata come metà donna e metà pesce.
La seconda indicazione arriva dal poeta Omero, che ha introdotto le sirene nella tradizione letteraria senza però descrivere la loro forma. Questo potrebbe suggerire che Omero stesso non fosse a conoscenza della loro natura, contribuendo così all'ambiguità delle rappresentazioni delle sirene nel tempo.
Statuina in terracotta risalente al I-III secolo d.C. proveniente dal nord del Mar Nero (Ermitage, San Pietroburgo). Rappresenta l’anello di congiunzione tra sirene alate e caudate.
AC. Donne pennate o donne pinnate?
MI. Entrambe. Tuttavia, la forma prevalente è quella con la coda di pesce a cui siamo più affezionati. È importante notare che l'unica parte del corpo che è rimasta invariata è quella umana, che in origine era solo parzialmente presente ma si è gradualmente trasformata in una forma completa. Questa ambiguità nella loro natura le rende anche creature mutaforma.
Una creatura mutaforma è un'entità immaginaria o mitologica che ha la capacità di cambiare forma o aspetto a volontà. La loro capacità di trasformarsi viene utilizzata per scopi diversi, come per nascondersi, per ingannare, per proteggersi o per portare a termine determinati compiti.
Antiche migliaia di anni? Non li dimostrano…
AC. Martina, una volta mi hai detto che, a differenza di quanto pensassi, le sirene non hanno origine greca. Sono dunque più antiche?
MI. La prima raffigurazione di una creatura metà umana e metà pesce risale all'antica Mesopotamia (dal VI millennio a.C. al I millennio a.C.) ed è associata alla figura della dea pesce Atargatis, considerata la prima sirena della storia dell'umanità. Conosciuta con vari appellativi come Atargatide, Atergate, Derceto o Derketo, è più comunemente nota come dea Syria.
Atargatis era una divinità di grande importanza per i popoli della mezzaluna fertile (l’area geografica compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate) e il suo culto, diffuso nell'antico Oriente, raggiunse il suo apice durante le epoche greca e romana.
Illustrazione di Atargatis del 1652 contenuta nell’Oedipus Aegyptiacus (Edipo egiziano) di Athanasius Kircher.
È probabile che la figura di questa dea sia stata associata con quella di Cibele, la dea della natura e degli animali selvatici, e di Afrodite/Venere, la divinità dell'amore e della bellezza, quest'ultima nata, secondo la mitologia greca, dal mare.
Il termine Syria è collegato alla parola sirena, e diverse teorie esistono riguardo all'origine del nome di queste creature mitiche.
Per quanto riguarda la dea Syria, il suo nome potrebbe significare dea della Siria, poiché il suo culto era particolarmente concentrato in quella regione, che esiste ancora oggi come nazione sotto lo stesso nome.
Qualcuno avrà scritto di loro nell’antichità, o no?
AC. Il mito di Ulisse mi affascina, soprattutto il momento in cui si fa legare all'albero maestro per ascoltare il canto delle sirene. Cosa puoi dirmi su questa parte dell'Odissea?
MI. Certamente! È proprio Omero, vissuto nell'antica Grecia attorno al 750 a.C., a introdurre le sirene nella letteratura con il suo capolavoro, l'Odissea. Questo mitico episodio ha catturato l'immaginazione di generazioni di lettori. Nella storia, nel XII libro, la maga Circe mette in guardia Ulisse riguardo al pericolo che dovrà affrontare: le sirene. È un momento cruciale in cui la volontà di Ulisse viene messa alla prova, e l'abilità di Omero nel descrivere il pericolo e la tentazione delle sirene ha reso questo passo uno dei più memorabili della letteratura epica.
Tu giungerai, prima, dalle Sirene, che tutti
che arrivano da loro incantano.
A colui che ignaro si accosta e ascolta la voce
delle Sirene, mai più la moglie e i figli
gli sono vicini, felici che a casa è tornato,
ma le sirene lo incantano col limpido canto
adagiate sul prato: intorno è un mucchio d’ossa
di uomini putridi, con la pelle che raggrinza.
Perciò passa oltre: sulle orecchie ai compagni impasta
e spalma dolcissima cera, che nessuno degli altri
la senta, tu ascolta pure, se vuoi:
mani e piedi ti leghino alla nave veloce
ritto sulla scassa dell’albero, ad adesso siano strette le funi,
perché possa udire la voce delle sirene e goderne.
Se tu scongiuri i compagni e comandi di scioglierti,
allora dovranno legarti con funi più numerose.Omero, Odissea, Libro XII
Cratere a campana lucano a figure rosse risalente al 330 a.C. che raffigura Ulisse dedito ad ascoltare legato all'albero il canto delle sirene ammaliatrici.
Né in questo passaggio (versi 39-54), né in quello successivo, dove avviene l'incontro celebre tra Ulisse e le sirene, e nemmeno in altri momenti del poema epico, Omero offre una descrizione dettagliata delle creature stesse.
Sebbene Omero collochi la loro dimora tra la Calabria e la Sicilia, non fornisce informazioni sul loro aspetto fisico: non dice se fossero belle, se avessero ali e piume o pinne e squame, o se il loro viso somigliasse a quello di una donna o a quello umano.
La focalizzazione dell'autore è piuttosto sul potere incantatorio della loro voce, descritta come un suono di miele.
È una voce letale e allettante, in quanto offre la promessa di conoscenze assolute, ma con il pericolo di condurre all'irreversibile rovina chiunque l'ascolti.
Ulisse e le Sirene. Vaso ateniese, tardo VII - primo V secolo a.C., conservato al British Museum di Londra.
AC. Il tuo amore per le sirene è svelato dal nome della tua pagina Instagram: suono di miele.
Durante la nostra ultima telefonata, hai accennato al fatto che la prima descrizione delle sirene come donne-uccello risalga alle Argonautiche...
MI. Esattamente, questa prima descrizione viene dal poeta alessandrino Apollonio Rodio (295 a.C. - 215 a.C.) nelle Argonautiche, un poema che racconta le imprese di Giasone e gli Argonauti.
Apollonio traccia brevemente la loro genealogia: le sirene sono figlie del fiume Acheloo, una divinità fluviale e marina figlio di Oceano e Teti, e della musa Tersicore (o secondo alcuni, Calliope). Erano ancelle di Persefone prima che Ade la rapisse per sposarla e vivevano ad Antemoessa, tra Scilla e Cariddi.
Le partorì ad Acheloo
la bella musa Tersicore: un tempo servivano
la grande figlia di Deo, quando ancora era vergine,
e cantavano insieme; ma ora sembravano
in parte uccelli, in parte giovani donne.Apollonio Rodio, Argonautiche, libro IV
La loro trasformazione in parte uccelli, in parte giovani donne è stata arricchita di dettagli dagli autori successivi: le vergini, afflitte dalla disperazione della madre della fanciulla, Deo (o Demetra), implorano gli dei di essere dotate di ali per cercare la loro amata compagna in un'incessante ricerca che le porterebbe a volare in lungo e in largo per l'intero mondo. Il loro tentativo è purtroppo vano poiché la compagna ormai dimora negli Inferi.
Questo perpetuo sforzo le condanna a rimanere intrappolate in quella forma per l'eternità.
Orfeo, nelle Argonautiche, riesce a sconfiggere le sirene con il suono della sua cetra, riuscendo a distogliere i suoi compagni dall'incanto delle creature.
AC. Accennavi prima che, per trovare la prima descrizione delle sirene come donne-pesce, dobbiamo aspettare il Medioevo.
MI. È proprio così. La prima descrizione documentata delle sirene come creature metà donna e metà pesce risale al bestiario medievale Liber monstrorum de diversis generibus, datato all'VIII secolo.
Questo testo segna una svolta nella storia letteraria, poiché consacra definitivamente l'immagine delle sirene come donne-pesce, conferendo loro un'arma di seduzione non solo nella voce, ma anche nella forma del corpo.
Le sirene sono fanciulle marine che seducono i marinai con la bellezza del corpo e la dolcezza del canto. Dalla testa fino all'ombelico hanno aspetto di vergine, del tutto simili a creature umane. Hanno però code squamose di pesce, che nascondono sempre sott'acqua.
Raffigurazioni di sirene nei bestiari medievali.
Le sirene hanno qualcosa che va oltre l’umano?
AC. Nel mio prossimo romanzo (che uscirà il 27 marzo), la co-protagonista è una sirena con due gambe anziché la classica coda. Non sono la prima a descriverla così, ne sono consapevole… Quanto mi sarebbe piaciuto rivendicare la maternità di questa idea?
MI. Immagino! Le sirene non hanno mai avuto una forma unica, essendo per metà umane e per l'altra metà acquatiche (con le pinne) o divine (con le piume).
Durante le ricerche per la stesura del romanzo, ti sarà capitato di vedere raffigurazioni di sirene con gambe invece di code o ali, giusto?
AC. Sì, all’inizio pensavo si trattasse di un errore, poi ho capito che era una variazione sul tema che poi è entrata a far parte del mito.
Dall'Ottocento fino ai giorni nostri, è diventato comune considerare le sirene capaci di assumere forma umana.
Questa concezione potrebbe derivare dalle leggende di figure pagane come le ondine, ma soprattutto dall'influenza dell'autore che ha plasmato il nostro immaginario collettivo: Hans Christian Andersen. È stata la sua celebre fiaba, La Sirenetta, a trasformare radicalmente l'immagine delle sirene, spingendoci a vederle non più come creature pericolose e selvagge, ma come esseri umani alla ricerca della propria anima, in bilico tra il bene e il male.
Nel corso dei secoli, le sirene sono passate da essere figure che seducevano gli uomini per portarli alla morte, a donne che invece vengono sedotte e possono essere private della loro voce, simboleggiando così una trasformazione significativa nella percezione delle loro caratteristiche e del loro ruolo nelle narrazioni mitiche e letterarie.
Ulisse e le sirene (Herbert James Draper, 1909)
In conclusione, nonostante le molteplici rappresentazioni nel corso dei secoli, tre elementi fondamentali sulla loro origine sono rimasti inalterati: la loro natura divina, il legame con l'elemento acqua e l’essenza femminile.
Questi tre pilastri si ritrovano in tutte le culture, che si tratti delle incantatrici greche di Ulisse, delle mami wata africane, delle selkie nordiche (conosciute come donne foca) o delle rusalki russe (spiriti di donne annegate).
Le sirene incarnano e rappresentano l'archetipo della donna sagace, bella ed emancipata, che ha suscitato paura negli uomini per secoli e che oggi non intende rinunciare alla propria libertà di espressione per non perdere il proprio potere.
E tu, Andelon, che connotazioni hai dato alla tua sirena?
AC. Lo svelerò presto, il 27 marzo. Al momento è possibile preordinare il mio romanzo in formato ebook al prezzo speciale di €0,99 (solo su Amazon). Ma svelerò qualcosa in più dopo tale data!
Grazie per essere stata ospite della mia newsletter… Come possono seguirti le mie lettrici e i miei lettori?
MI. Mi trovano su Instagram e poi possono leggere le anteprime dei miei scritti su Wattpad (cliccando sul link si aprono direttamente le pagine).
In bocca al lupo per il lancio di Iridescente (Blueberry Fantasy Edizioni)
AC. Viva/crepi il lupo (Schrödinger's Wolf) ! Questo excursus nel mondo delle sirene mi ha fatto sorgere molte domande: spero di averti ancora come ospite. Lascio aperto una box-domande in modo di raccoglierne anche tra le iscritte e gli iscritti alla newsletter.
Grazie per avermi coinvolta ❤️