Faccio coming out! Purtroppo nulla che abbia a che fare con argomenti alla moda come la questione gender o la dipendenza da sostanze stupefacenti. Banalmente, do la colpa agli altri quando qualcosa non va come desidero io.
Nella prima parte di questo excursus sui nemici del talento ho elencato quelli esterni all’individuo e, qualora volessi recuperare la lettura, la puoi trovare qui:
Oggi inizieremo a chiacchierare a proposito dei nemici che si possono trovare in ognuno di noi.
Ammettiamolo: è così liberatorio pensare che esista uno stronzə che nasce con l’unico scopo di rovinarci la vita. Ci sentiamo lə protagonistə di un romanzo il cui immancabile antagonista ci spingerà tra le spire di un’avventura serpentesca da cui emergeremo più forti, più brillanti e soprattutto vincenti.
I nemici al di fuori di noi sono nulla al riguardo del più temibile antagonista… Coləi che ci mette i bastoni tra le ruote per la maggior parte del tempo è ben visibile allo specchio.
Benjamin Lacombe. Attraverso lo specchio (Ippocampo Edizioni)
Ma cos’è esattamente uno specchio?
Tra i numerosi racconti in cui questi oggetti sono importanti mi viene in mente Alice nel Paese delle Meraviglie, la Regina delle nevi, Biancaneve e la Storia Infinita.
Nella storia di Alice narrata da Lewis Carroll, rappresenta l’oggetto magico che ci permette di entrare in noi stessi per ritrovare una dimensione immaginifica del mondo. Spesso si scopre il proprio talento quando si è bambini, ossia quando si è disposti a trasformarsi, a “fare finta di”… A quell’età non si deve dare prova agli altri di umiltà o finta-umiltà, non ci si deve mostrare migliori o peggiori, ma ci si affida a quella sicurezza (che in molti chiamano fede) che permette di racimolare il coraggio necessario per scoprire noi stessi.
Oh, pensa a come sarebbe bello se potessimo passare attraverso lo specchio! Sono sicura che ci siano delle cose bellissime là dentro! Facciamo che ci sia un modo per passarci attraverso, facciamo che sia diventato tutto come un leggero velo di nebbia… Ma guarda… Si trasforma… Sarà facile passare adesso!
Lewis Carroll. Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio magico.
Fotografia di Margarita Kareva
Lo Spirito dello Specchio della regina della fiaba Biancaneve dei fratelli Grimm è uno schiavo che ha capito come tenere in pugno la sua padrona, ovvero facendole credere di mostrare l’unica e sola “verità”. La verità-vera, però, è fatta di tante sfaccettature e lo specchio non mente quando ne mostra solo alcune perché non fa altro che assecondare la sua stessa natura: non solo toglie una dimensione a oggetti tridimensionali, ma inverte anche la figura tanto che il riflesso non potrà mai diventare sovrapponibile al suo originario.
In chimica questo concetto è spiegato dalla chiralità (per approfondire il concetto chimico clicca l'hyperlink). Le mani sono chirali, speculari, e non potranno mai essere sovrapposte perché il pollice andrebbe a sovrastare il mignolo, l’indice l’anulare. (In natura è sovrapponibile solo ciò che ha una simmetria).
L’oggetto e il suo riflesso possono avere anche azioni completamente diverse tra di loro. Un triste esempio farmacologico è la talidomide, molecola la cui struttura può presentare due forme diverse (enantiomeri). I due “riflessi” hanno la stessa attività farmacologica sulla nausea (il farmaco era utilizzato per quella gravidica), ma solo un enantiomero è teratogeno, ossia può causare gravi danni al feto. Nel 1961 il farmaco venne ritirato dal commercio perché causava la nascita di bambini con arti non completamente formati.
Lo specchio della regina di Biancaneve riflette solo un aspetto della donna, ossia il suo ruolo che (ove è diffuso il patriarcato) termina una volta che ha accudito la prole perché diventa vecchia, non più desiderabile né tantomeno utile.
La matrigna si può comportare allora solo da strega perché ha perso la capacità di attraversare lo specchio che aveva Alice: rimane al di qua e obbedisce al destino designato dalla società uccidendo i talenti appena nati degli altri, simboleggiati dalla figliastra Biancaneve.
Un altro esempio di specchio nocivo si ritrova nella fiaba La regina delle nevi di Hans Christian Andersen.
Un essere malvagio ne crea uno in grado di riflettere solo le cattiverie e di non mostrare mai il bello. Quando va in frantumi, i diversi frammenti si disperdono nel mondo entrando nel cuore e negli occhi degli uomini provocando una visione del mondo deformata.
I canali social sono assimilabili a magici specchi moderni, studiati per funzionare egregiamente solo quando si eliminano diverse dimensioni dell’essere umano, appiattendolo per infilarlo in un contenitore di misure assai ridotte. Oppure quando deformano la realtà come, ad esempio, la dimostrazione del proprio successo continuo, le emozioni estremizzate, l’ostentazione di potere, bellezza e fama. Come la talidomide può impedire il corretto sviluppo dei vasi sanguigni degli arti a cui può conseguire la mancanza di questi, allo stesso modo il dover rinunciare a una qualsiasi parte di noi può comportare la perdita di uno dei nostri talenti…
Una delle conseguenze in cui possiamo incappare se ci facciamo fagocitare dai social è quello di finire per credere che la vita sia limitata a un continuo e costante confronto col prossimo.
Il rischio è quello di trovare un nostro talento, ma decidere di buttarlo via perché non compatibile con la società o, peggio, con l’immagine che vogliamo che la società abbia di noi.
La mia argomentazione non è una demonizzazione dei social: come ogni strumento, dipende sempre dall’uso che se ne fa (come la fusione nucleare, per intenderci, che potrebbe portare energia pulita ma, al momento, siamo riusciti solo a sfruttarla per il funzionamento delle bombe H)
Copertina della prima edizione italiana de La Storia Infinita di Michael Ende edito da Longanesi, che lessi cof cof cof anni fa. Rimanevo ore a fissare l’Auryn, il simbolo che ricorda l’uroboros, due serpenti intrecciati che si mordono la coda, dietro il quale era incisa la scritta “Fa’ ciò che vuoi”.
Ne La Storia Infinita, capolavoro di Michael Ende, Atreiu va incontro a varie prove per portare il lettore Bastian all’interno di Fantàsia in modo che dia un nuovo nome alla Principessa e salvi il Regno.
Dovrà affrontare la porta dello Specchio Magico. Si troverà faccia a faccia con il proprio io. Tutti sono convinti che sia facile. Ma sovente i buoni scoprono di essere crudeli, eroi famosi scoprono di essere codardi. Posti di fronte al loro vero io, pressoché tutti gli uomini fuggono urlando.
Michael Ende. La storia infinita
Allo Specchio Magico, Atreiu arriva da solo, ha perso tutti i suoi compagni di viaggio, il fido cavallo Artax e non c’è nemmeno il Drago della Fortuna Fùcur. Non ci si può guardare allo specchio con altri occhi se non i propri. Ende lo sottolinea rimarcando che lì ci si pone, da soli, di fronte al proprio vero io, assai diverso dal riflesso che lo Spirito dello Specchio della fiaba Biancaneve propina alla Regina.
Il primo ostacolo per ricercare e sviluppare il nostro talento è dunque affrontare il riflesso nello specchio: ciò che vorremmo vedere, ciò che gli altri vorrebbero che noi vedessimo e il nostro vero io.
Siamo sovente incapaci di guardare chi siamo senza sovrastimarci né sottostimarci: un grande dono che non hanno in molti è quello di riuscire a non giudicarsi, ma a valutare le sfaccettature del proprio essere senza pregiudizio di sorta.
Bisogna essere bambini o innamorarsi per scovare il proprio talento?
È più facile scoprirlo da piccoli perché si pensa di meno e si sente di più, in età adulta può capitare quando ci innamoriamo. Il nostro essere viene scosso dalle fondamenta e rinnoviamo la pelle come fanno i serpenti. Durante il periodo di muta, infatti, ci si può accorgere di predisposizioni che prima si erano ignorate.
C’è un altro modo per ricercare il talento: attraverso la meraviglia.
La prima volta che sentii questa teoria fu a una conferenza di Igor Sibaldi dedicata ai Vangeli apocrifi.
Chi cerca non smetta di cercare finché trova, quando avrà trovato si turberà, quando si turberà si meraviglierà e diverrà re su Tutto.
Vangelo di Tomaso. Logion 2
La meraviglia è la capacità di stupirci davanti all’inatteso, è la forza che si ricava nel non dare nulla di scontato. Bisogna mettere in moto il senso di ricerca, di voler conoscere sempre di più.
Prendiamo ad esempio la foglia di una pianta che abbiamo sul balcone. Iniziamo a osservarla sempre più da vicino, notiamo tutti i dettagli. Passiamola al microscopio e poi cerchiamo di comprendere come faccia a sintetizzare da sola il glucosio quando noi, gli esseri viventi più potenti del pianeta (secondo noi), dobbiamo per forza assumerlo attraverso l’alimentazione. Sono passati decenni da quando studiai per la prima volta la fotosintesi e ancora mi stupisco dalla capacità delle piante di infilare sei atomi di carbonio derivanti dalla CO2 come se fossero perle fino a formare il glucosio trasformando così l’energia luminosa in energia chimica. (Le piante non possono gustarsi una pizza, però… vogliamo mettere?)
Se la capacità di meravigliarsi è istintiva da bambini, da grandi dobbiamo imparare a ricercarla… Domattina proviamo a guardarci allo specchio in modo diverso, andando sempre più nel dettaglio fino a stupirci di noi stessi.
Magari ci verrà in mente qualche frammento del passato o il sogno fatto durante la notte. Sarà un modo per attraversare la barriera dell’epidermide e andare a ritrovare quei desideri abbandonati in chissà quale cassetto. Magari qualcuno di noi avrebbe voluto ballare, oppure cucinare manicaretti, salvare le balene, scalare montagne altissime, dipingere in modo realistico, operare al cervello le persone per metterci dentro un po’ di sale. Magari, da qualche parte, c’è invece una spinta nuova e sta scalpitando per essere riconosciuta e domata!
Non dobbiamo fare altro che cercare il coraggio di entrare nello specchio alla ricerca della meraviglia.
In attesa di parlare di un altro nemico del talento, raccontami un po’ la tua esperienza con lo specchio. Che significato ha per te? Serve solo a specchiarti per controllare che “sia tutto in ordine” o lo intendi anche in senso metafisico?
Se l’articolo ti è piaciuto e pensi possa interessare a qualcunə che conosci, condividilo… Grazie!
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C'è tanta roba su cui riflettere in effetti con lo specchio. Da piccolo ero arrogante in tutto ciò che facevo, ma era solo una corazza, debole, a protezione delle critiche dei grandi, che ahimè non è che erano inclini a incoraggiare ispirazioni. Ma è vero quando dici che è facile credere di essere stati frenati dagli altri, e non ci si accorge che è il tipo che ci vede lavarci i denti riflesso allo specchio a essere il peggior ostacolo da superare. Tuttavia, specchiandomi armato di questa nuova consapevolezza, senza falsa modestia, ciò che so, presumibilmente, fare lo condivido su wattpad. E so che non troverò nessuna opportunità in senso ampio ma non per questo vorrò smettere di fare ciò che mi completa.