Dove nasce l'ispirazione per un romanzo?
Voler emulare un grande poeta, Trotula da Ruggiero, la vita universitaria, un lutto e un sogno
Non sono in grado di rispondere alla domanda principale con certezza. Per quanto riguarda l’ispirazione all’origine del mio prossimo romanzo ho solo delle ipotesi.
L’unica cosa di cui sono certa è la mia completa assenza di certezze.
Una nuova forma di energia?
L'ispirazione è un concetto intrigante e sfuggente. Confesso che ho addirittura dubbi sulla sua esistenza.
È intangibile, inquantificabile, imprevedibile, mutevole.
Potrebbe essere una forma di energia che non siamo ancora riusciti a scovare e a controllare? Un'entità sconosciuta o un intricato algoritmo che tiene conto di molteplici variabili, alcune delle quali ancora nascoste alla nostra comprensione?
La domanda sulla sua natura sembra analoga a quella di stabilire quale sia il sesso degli angeli, un’enigma senza una soluzione definitiva.
Ma perché siamo così affascinati dall'ispirazione?
La risposta è chiara: vogliamo imbrigliarla e sfruttarla, proprio come facciamo con l'energia elettrica, desiderando di poterla accendere e spegnere a nostro piacimento.
Purtroppo, al momento, questo non è possibile.
Dalle mie letture e dalle interviste con artisti di varie discipline, ho notato che l'ispirazione è una miscuglio complesso di molteplici elementi, ognuno presente in misura variabile.
Da cosa è data?
Le esperienze di vita, le emozioni e gli incontri forniscono una solida base per la genesi delle idee, così come l'osservazione attenta della natura.
I sogni, a occhi aperti o chiusi, non sono da meno. Frankenstein, La metamorfosi, Lo strano caso del dr. Jekyll e di Mr Hyde sono stati ad esempio partoriti in seguito a incubi. Nonostante questi possano essere spiacevoli, sono spesso una sorgente inesauribile di ispirazione, poiché scuotono paure e emozioni viscerali più profonde rispetto ai sogni tranquilli.
La preghiera della sera dell’artista: “Regalami un incubo terrificante, ancor più terrificante di quello della scorsa notte!”
Nel mio caso, la nascita del mio prossimo romanzo è stata influenzata innanzitutto dalle opere di altri autori. Gli Artisti con la A maiuscola non solo ci fanno emozionare, ma possono anche innescare reazioni profonde in ognuno di noi. Essi possono metterci di fronte al nostro riflesso senza veli, motivarci a cambiare, darci la forza di fare scelte difficili o ispirarci a creare qualcosa di nuovo.
Molte opere vengono partorite dall’utero di cellulosa di precedenti forme d’arte e il legame genetico può essere più o meno evidente. Il mio romanzo cela… Non cela proprio nulla perché l’opera-madre è certa/certissima, già dal titolo si può attribuire una maternità.
Un’altra fonte di ispirazione può provenire da fatti e personaggi storici e infatti…
Un personaggio che trae spunto dalla più famosa medichessa salernitana
Per la costruzione della mia protagonista, un personaggio vissuto nel XIII secolo ma di cui si conosce storicamente ben poco, ho lavorato non solo con l’immaginazione, ma ho anche saccheggiato ampiamente dalla vita di una donna sapiente ammantata da un’aura di leggenda. Mi riferisco alla medichessa salernitana Trotula da Ruggiero.
Nonostante nelle culture antiche alcune medichesse abbiano (faticosamente) conquistato un riconoscimento, le fonti storiche rimangono purtroppo scarse, spesso limitate a semplici elenchi di nomi. È solo con l'avvento della Scuola Medica di Salerno che un cambiamento significativo si è verificato, poiché questa istituzione ha abbracciato e integrato le conoscenze provenienti da varie culture del Mediterraneo, tra cui quella araba, ebraica, greco-romana e bizantina. Secondo Erika Maderna, nel suo ‘Medichesse’ edito da Aboca, la natura laica e l’indipendenza dal controllo diretto della Chiesa potrebbero aver giocato un ruolo cruciale in questa straordinaria apertura alle donne, che vennero non solo ammesse come studentesse ma anche come insegnanti di medicina
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Trotula da Ruggero, forse vissuta nell’XI secolo, è considerata la figura più eminente nonostante la mancanza di prove storiche tangibili a confermare la sua esistenza. Tuttavia, è certo che circolasse un compendio a lei attribuito, che si concentrava sulle malattie delle donne.
Nel mio romanzo, la protagonista è una donna che si interessa di medicina ed è più intuitiva di molti uomini pur essendo autodidatta. Non si è limitata a leggere i trattati di Trotula e a studiare i testi del rinomato chirurgo islamico al-Zahrawi, ma ha anche sperimentato metodi innovativi di estrazione dei principi attivi, alcuni dei quali verranno riconosciuti solo centinaia d’anni dopo.
Io penso che alcune scoperte da parte di donne non siano mai state rese note fino alla ri-scoperta da parte di alcuni uomini. A parte menzionare casi famosi e sparuti (come ad esempio Rosalind Franklin, la prima a comprendere la forma elicoidale del DNA, scoperta che valse il Nobel ai due scienziati maschi Watson e Crick ma che galantemente non le riconobbero proprio nulla di nulla) non posso dimostrare questa mia teoria così l’ho ben nascosta tra le pagine del mio romanzo… Sono curiosa di sapere se riuscirai a scovare qualche chicca ben celata!
Come mai la protagonista ama così tanto la medicina?
Il suo destino è stato determinato da un matrimonio con un uomo di potere e dall'appartenenza a una famiglia desiderosa di conquistare il dominio sull’Italia centrale. Nonostante ciò, le è stato concesso lo studio, seppur sotto l'apparenza di un semplice passatempo e in segreto, per evitare di urtare la suscettibilità dei dottori uomini aventi il monopolio nell'esercizio della medicina.
La motivazione specifica che l'ha spinta verso la medicina è un segreto che preferisco non rivelare al momento, per evitare spoiler, ma posso anticipare che è legata alla cura di una persona a lei molto cara.
Il prendersi cura può nascere da un’esigenza profonda? E questa esigenza profonda può favorire l’ispirazione?
Ancora oggi, molte donne si dedicano allo studio delle malattie e dei trattamenti curativi perché spinte dalla necessità di rispondere alle proprie necessità mediche o a quelle dei loro cari. Ovviamente non tutte lo fanno per motivi personali e questo non vuole assolutamente essere un giudizio sul fatto che un intento sia migliore rispetto a un altro.
Ne parlo perché io, in prima persona, ho vissuto questa realtà e non solo perché sono una paziente di endometriosi, una condizione difficile da comprendere e gestire.
In questa protagonista, vedo un riflesso di me stessa: la sua sete di conoscenza è alimentata dal desiderio di migliorare non solo la propria qualità di vita, ma anche quella degli altri. Non a caso, anni fa, ho conseguito una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche, una formazione che si è rivelata estremamente preziosa in molte occasioni...
L’ispirazione può scaturire da una serie di fattori che si concatenano?
L'ispirazione per il personaggio principale del mio romanzo è dunque emersa da molteplici fonti: l’opera di un poeta, la leggenda di Trotula da Ruggiero, l’esperienza accademica e personale.
Anni fa, la scelta della facoltà universitaria fu guidata dalla curiosità per il funzionamento del corpo umano, la comprensione delle patologie e la speranza di trovare cure per stare più a lungo possibile vicino alle persone che amo.
Ma da dove derivava questa passione?
Risale a molti anni prima, quando avevo appena dodici anni, e assistetti inerme al progressivo declino di un caro amico, poco più che quindicenne, colpito da una rara malattia. L'impotenza di fronte alla sua sofferenza e la mancanza di soluzioni mediche che lo portarono alla morte mi spinsero verso una missione personale: contribuire a guarire chiunque potesse averne bisogno.
Quando poi raggiunsi i trent'anni, feci un sogno che si radicò profondamente nella mia memoria. Ritrovai me stessa a dodici anni, a bordo di un'auto in corsa con altri ragazzi, impegnati in un duello contro il tempo per salvare la vita del nostro amico. In quel frammento onirico, ho sperimentato il potere di riscrivere la Storia e poter vivere una vita completamente differente. E così ho voluto fare anche col finale del mio romanzo!
Qual è dunque l'origine di ispirazione per questo mio romanzo?
Come ho detto all'inizio, è un mistero che sfugge alla mia comprensione razionale. Tuttavia, se cerco di analizzare più a fondo, riesco a intravedere un filo invisibile che connette diversi eventi della mia storia, dei miei sogni, il mio percorso di studio e le storie di altri artisti e soprattutto di donne che, pur avendo contribuito alla storia, spesso sono state dimenticate, trascurate o sono diventate figure che non si sa se attribuire al mito.
Ma, su questo tema, avremo l'opportunità di approfondire ulteriormente…
E tu? Da cosa trai ispirazione per vivere la tua vita?
Per storie di altre donne che mi hanno ispirato, seguimi su Instagram!
Ecco hai detto bene Che Fatica!!
Proprio perché non sono una scrittrice e non saprei mai esporre una storia con tute le analisi del caso, io mi limito a essere una bravissima (e tengo a sottolinearlo bravissima) lettrice che riesce a immergersi nelle storie grazie all'immaginazione e bravura di chi come te scrive con tanto impegno e dedizione ❤️
Ciao cara, in ritardo ma ci sono.
Ho letto adesso tutto il tuo articolo e in molte righe ti ho riconosciuto in tutto e per tutto, la tua voglia, smaniosa direi, di salvare tutti quelli che soffrono, di trovare una cura che allievi e curi le sue sofferenze, anche i tuoi stessi studi che hai scelto lo dimostrano.
Tu hai trovato l'ispirazione per le tue opere tra le storie di celebri e illustri autori come un Dante Alighieri o un Trotula da Ruggero e chissà quanti altri (che hai pure menzionato), una ispirazione dettata dalla voglia cambiare e riscrivere un finale più positivo, ecco a tal proposito io se fossi una scrittrice la mia ispirazione la troverei non dalle storie già scritte ma dalle mie stesse esperienze di vita che purtoppo ammetto spesso negative e quello che ci accomuna è lo stesso scopo cioè riscrivere la storia della mia vita con un finale più positivo giusto per fare fiducia in chi legge che tutto potrebbe essere risolto nella vita.....